Testo, discorso e linguaggio nelle teen comedy per ragazzi
Scritto da Susanna Martoni
Afferma Ugo Volli in Manuale di Semiotica che se l’asse del processo è il territorio in cui i segni convivono (lo spazio di una pagina per una conversazione scritta, o il tempo di una giornata per una comunicazione televisiva), il testo è un certo frammento di questo territorio, sufficientemente autonomo per poter essere considerato unitario.
Parole come "io", "tu", "oggi", gesti come mostrare qualcosa puntando il dito, segni indicali come frecce, dispositivi mediatici come lo sguardo rivolto alla telecamera, sfruttano tutti gli effetti di enunciazione che strutturano un testo. Mentre è possibile studiare questi effetti restando all’interno di un testo, il luogo semiotico in cui essi hanno propriamente effetto è il discorso, quando esso viene effettivamente enunciato. Da Benveniste ricaviamo un'esauriente definizione del concetto di enunciazione come messa in discorso della lingua; è la lingua che incontra il soggetto parlante, che si mette a funzionare e diviene discorso.
Il discorso come entità linguistica ma anche come costruzione sociale, l'insieme delle regole del linguaggio concretamente vissute ed esperite nello spazio intersoggettivo.
Ecco il punto di incontro tra il linguaggio verbale e gli altri linguaggi (musica, arte, letteratura), i quali tengono un discorso e per questo producono significazione.
Nelle trasmissioni per ragazzi (teen comedy o telenovela) il discorso è costituito da ogni forma espressiva esternata - a qualsiasi livello - dai personaggi, dall'organizzazione spazio-temporale degli eventi, dalla struttura dello schermo che ci rimanda ad altri linguaggi, dal nostro modo di ricostruire quel mondo.
Linguaggio verbale. Il linguaggio verbale è generalmente informale e rivolto essenzialmente a giovani e adolescenti.
Le battute sono brevi e rapide, molto scandite
Frequente ricorso agli acrostici ("sei una V.N." ovvero "sei una Vera Nullità", "io, che sono B.E.I." ovvero "io, che sono Bella e Impossibile", eccetera)
Frasi scisse, paratassi e frasi nominali
Metafore, anafore, iperboli
Dislocazioni a destra o a sinistra e ripresa o anticipo di pronomi
Prefissi come mega, iper, extra
Prestiti da altre lingue, in particolare dall'inglese
Mescolanza tra le lingue italiano e inglese (sei molto beautiful oggi, questo è così out...).
Linguaggio non verbale. Abbondante ricorso alla gestualità e alla mimica
Linguaggio paraverbale. Tono squillante, volume alto, parlata ritmata e veloce
L'abbigliamento. Ugo Volli evidenzia in Contro la moda (1988: 31) che uno dei risultati fondamentali della comunicazione non verbale resta valido a maggior ragione se si tiene conto degli indumenti. Si tratta della constatazione che in ogni situazione sociale non è possibile non comunicare. Per quanto riguarda il canale specifico dell'abbigliamento, non si può non essere dentro la Moda, non si può sfuggire mai alla sua rete di significanti. Essere "vestiti male" o non esserlo affatto (la nudità comunica) significa rimanere entro i territori segnati dalla Moda. Anche l'abbigliamento, assieme agli altri tipi di linguaggio, fa parte della progettualità del mondo indiretto al livello della stratificazione dei vari linguaggi comunicativi.